Il suo nome, Tabernulae, indica chiaramente un luogo di sosta sulla via Cassia che da Firenze andava a Roma. Tavarnelle conserva infatti la struttura urbanistica di borgo stradale. La sua visita è comunque gradevole in quanto la parte medievale è ben conservata e le strade strette talvolta si aprono in slarghi divenuti colorate piazzette.
Veduta nelle vicinanze della Chiesa di San Pietro in Bossolo (foto www.chiantiview.com)
La sua origine antica è testimoniata da alcuni ritrovamenti fatti presso la pieve di San Pietro in Bossolo, dove furono ritrovate una vasca battesimale ottagonale a forma di croce lobata e resti sepolcrali di una certa Alamanna vissuta attorno al 420 d.C.
La storia di Tavarnelle non è densa di avvenimenti: è stata sempre sotto la Repubblica Fiorentina e estranea alle lotte che opposero senesi e fiorentini. Nella divisione amministrativa trecentesca faceva parte assieme a Barberino della cosiddetta “Lega di Barberino”. Fu solo nel 1893 che l’antica divisione si ruppe creando due comuni, quello di Tavarnelle e quello di Barberino. Intanto nel 1822 si era istituito un ricco mercato settimanale che si teneva il giovedì e che dette un notevole impulso al commercio dell’area.
Oggigiorno il territorio di Tavarnelle è economicamente sviluppato: oltre alle tradizionali colture agricole, vino, olio e cereali, nella zona della Sambuca si trova un’ampia zona industriale con calzaturifici, mobilifici e industrie camperistiche.
L’edificio più rilevante è la chiesa francescana di Santa Lucia al Borghetto. Costruita nel XIII secolo su disegno di Frate Elia, il successore di Francesco, ha una sola navata e si presenta semplice in omaggio alla regola francescana, ma non per questo meno ricca di opere d’arte. Vi sono infatti conservati due interessanti crocifissi e la tavola dell’Annunciazione di Neri di Ricci del 1471.
Non distante troviamo anche l’interessante Pieve di San Piero in Bossolo. Il suo nome deriva dalla parola buxula: qui avevano stanza degli accampamenti militari romani e la cassa aveva appunto questo nome. Bella costruzione romanica, severa nelle forme, maestosa nelle linee semplici dei suoi archi a tutto sesto poggianti su solidi pilastri. È il più antico monumento della vallata: da qui si irradiarono tutte le altre comunità cristiane. Nel 1510 alla primitiva struttura fu aggiunto il porticato e nel 1848 il campanile. Nella canonica è ospitato un Museo d’Arte Sacra con opere di Meliore, Neri di Bicci, Ugolino di Nerio e altri artisti minori.
Sempre non distante da Tavarnelle, in località Morrocco, sorge la chiesa di Santa Maria del Carmine. Sorta nel Quattrocento coi fiorini del mercante fiorentino Niccolò Sernigi, possiede un particolare porticato che investe due lati esterni dell’edificio dove sono state rinvenute tracce di affreschi quattrocenteschi, quelli a destra influenzati da Filippo Lippi.
Situato in posizione invidiabile davanti al paese di Tavarnelle, il Castello del Nero venne costruito dall’omonima famiglia nel XIII secolo. L’edificio appare ancora oggi in tutta la sua grazia e eleganza. Appartenuto dal 1700 al 1984 alla famiglia dei Torrigiani, l’attuale società proprietaria ha in mente importanti progetti di potenziamento.
Ancora una volta abbiamo traccia degli importanti accampamenti militari romani della zona: il nome di questo castello deriva infatti dal pretorio, ovvero la dimora del comandante delle armate. Ricordato già prima del Mille, il castello era uno dei tanti che la famiglia dei Gualberto possedeva nella zona. Sembra addirittura che il santo Giovanni Gualberto sia nato nei suoi dintorni. Nel 1302 il castello venne distrutto dai Guelfi Neri e da quel momento non risorse più nella sua primitiva grandezza. Recenti restauri hanno restituito dignità al solido torrione e il complesso è diventato una prestigiosa villa proprietà della signora Elena Gioia Conti.